Storia di Torino di Luigi Cibrario
l.lBlto ihuzocongiurassero liu da Parigi ili udiu dui Blancardi
lutto ciò mi dà forti sospetti che la giustizia abbia da piangere ne' casi da noi narratinon una ina due vittime delle passioni degl. uomini e della debolezza de' governi
Queslo castello aveva una facciata semplicema gentile
che s'armonizzava benissimo colle sue torr surmontate d' una tettoia di bella forma che dava loro una certa sveltezza. Madama Reale Maria Giovanna Rallista madre del l\c^"Viiiorio Amedeo nche lo abitava
lo decorò nel 1718 del doppio sca* Ione di cu' non si da forse piti bello al mondoe poi della maestosa facciata marmorea a colonne e pilasli'i corintii (15). Filippo Juvara ne fu l'architetto. Le statue
i vasii trofei sono del cav. Gio. Raratta (14). I marini derivano dalle cave di l'rales. Questo castello che sul finir dello scorso secolo era stanza dei duchi di Savoia e di Monferrato; che nel governo francese era sede del tribunale d' appello; che ora è nobilitato dalla Reale Pinacoteca
univasi altrc-voltc verso il nord al palazzo per una lunga galleria; al sud un piccolo fabbricato lo disgiungeva dalla porla della città che in principio del secolo xvn s'apriva sulla linea della strada de' Guardinfanti ; e chiamavasi porta Castello.
A far capo dal tempo in cu Emmanuele Filiberto si mise in possesso del palazzo arcivescovilesi può dire che mai non si dimettesse di lavorare attorno a quel vasto edilizio. Cominciò Emmanuele Filiberto
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (436/781)
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