Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SESTO
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Molli pittorila cui memoria è perita
contribuirono co'loro pennelli all'abbellimento di questa reggia. Ho trovato i nomi d'alcuni di loroe sono Luigi Vanier
Lorenzo Bononcelli
Salvator Bianco
Pietr' Antonio Pallone
Gerolamo Gliersi
Aurelio Gambone
che operarono dal 1086 al 1694 (22).
Ma l'arte a quel tempo era scadutae maggior copia
certo d'illustri pennelli ebbero a'loro servigi Emmanuele Filiberto e soprattutto Carlo Emmanuele ì e Maria Cristina
sua nuorache non Carlo Emmanuele n e Maria Giovanna Battista. E nondimeno la reggia Torinese è ancora per l'interno suo splendore una delle più ricche e più magnifiche; e la camera chiamata dell'alcova
tutta ornala di grandissimi vasi del Giappone
non teme confronti.
Il padiglione che dividea la piazza Castello dal palazzo reale e la galleriache congiungeva il castello
o palazzo di Madama col palazzo del refurono atterrali ne' primi anni del governo francese (23). Allora si trattò pure di distruggere il castello sotto colore di togliere ogni ingombro alla piazza.
Per buona sorte l'occhio di Napoleone fu più artistico e la sua volontà più discreta che quella dei barbari che avean messo innanzi un disegno tanto balordoe il castello rimase.
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Col. Il
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (453/781)
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