Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SETTIMO 167
ora terminata a levante dalla galleria del castelloe dal muro della città che trovavasi verso la metà del corpo dello stesso castello tra 1'una e l' altra torre. A' mezzodì era chiusa
come si è dettoda un lungo isolato. Cominciò allora Carlo Emmanuele 1 ad aggiungere
come abbiam vedutodieci isolati al meriggio sulla linea della chiesa di San Carlo
e per dare diretta comunicazione dal suo palazzo alla città nuovaaprì la via che si chiamò Nuova (1615). Qualche anno dopo (1619)
aperse un' altra strada che dal palazzo di città sboccasse in faccia alla galleria del castello (via de' Panierai). Quando poi Maria Cristina e Carlo Emmanuele u ebbero il vasto concetto di comprendere il borgo di Po nella città
allora si raddoppiò verso levante su disegno uniformela piazza Castello
quale vedeasi verso ponente ; il castello divenne centro della piazzae la porta della città si trasferì
come si è già dichiaratoin fine della stupenda via di Po
ricostrutta anch'essa con architettura uniforme del Bertola.
Abbiam veduto che serviva di teatro alla corte il salone del castello. Un altro teatro era nel palazzo vecchio. Quando s'ampliò la città a levanteCarlo Emmanuele u fece costrurre il teatro delle feste vicino al silo (16)
ove sorse più tardi il gran teatro architettato dal conte Benedetto Alfieri.
Il novello Regio teatro fu costruito negli anni 1758
1759
in silo attiguo al teatro antico; e la socielà
Voi. lì 00
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (469/781)
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