Storia di Torino di Luigi Cibrario
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IJHRO QUARTOsua nobiltà
il suo spirito- il suo genioil quale in-ehinavalo all' altrui disprezzo ed alla mordacità degli scherzi più pungenti aveangli guasto ed enfiato il cuore a segno che rendevasi intollerabile a quelli che non gli erano a grado (2).
Circa agli altri peccali egli slesso protestò più volte che s'era profondato in tutti i disordinie che se alcuno ve n' era che non avesse commesso
derivava piuttosto da mancanza d'allettamento o di occasione che di volontà.
Andando col suo reggimento da Lilla a Bethune
e dovendo far quel viaggio in carrozzaper la ferita che aveva in una gamba
si pose a leggere per passar tempo la storia di Giuseppe nell' Antico Testamento. La notte non potè chiuder l'occhio per una grande inquietudine che l'agitava. Passò nondimeno il giorno seguente all' ordinario. Ma venuta la notte tornarono a colpirlo gravi e pungenti pensieri. Udiamo quel che egli stesso ne scrivea più tardi ricercatone da un amico... dopo aver passati alcuni giorni in qualche travaglio di spirito la stessa notte che morì mio padre mi punse una sinderesi acuta oltre modo sì che per una o due ore non seppi trovar sollievo. Quando all' improvviso mi rivolsi a Dio e gli dissi: Ah mio Dio io son certo che se vengo a voi di buon cuore accetterete le mie preghiere e mi consolerete e mi farete misericordia. Appena ebbi dette queste paroleo per dir meglio
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (482/781)
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