Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO PltlllO
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terra con una verde fronda sotto al capomentre i monaci colla fronte sul pavimento recitavano i sette salmi penitenziali
si sentì tale una stretta al cuore cheritiratosi nella cappella di Sta Maria Egiziaca
sfogò con Dio la piena de'prorompenti affettiorando; e sul fine della sua preghiera: Frate Palemone
sclamò
or che siete come io credoalla presenza di Dio
ottenetemi grazia di conoscere quello eli egli vuole cìC io faccia. Appena dette queste parole gli parve di sentir una voce che internamente gli parlasse così : Prendi il mio posto e il mio nome e finisci i tuoi giorni nel luogo ove tu sei.
E così fu. 11 conte di Santena diventò fra Pale-mone. All' eroismo del suo cuore parean lievi gli eccessi d'austerità di quell'ordine religiososicché malato di malattia mortale supplicava l'abate
non gli consentisse il trattamento meno rigido che la regola ammette in tali casi. In luglio del 1692 fece la sua professione: il 9 novembre 1694
dopo lunghi patimenti sostenuti con serena letiziaprosteso
secondo l'usanzasopra una croce di cenere coperta di poca paglia sulla nuda terra
rendette lo spirito a Dio nelle mani dell'abate di Rancé in presenza di tutti i monaci (o).
Dopo quella grande ed austera figura di Palemone
che in quell'età non pigmeasegnalata per grandi errori e grandi conversioni
fu degno di far corteggio al fondator della 'frappail palazzo Tana ci
Voi. TI 62
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (485/781)
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