Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      I lltRO QUARTOrammenta ancora l'imagine della scherzosa 'l'alia in una commedia che fu
      credola prima stampala in dialetto piemontese; il conte Violetto
      e il cui autore fu il marchese Carlo Giamhalista Tana d'En-traque.
      Verso la metà del secolo scorsoinsieme con un acceso desiderio d'investigare le antichità e le storie della patria nostra
      nacque vaghezza d'ingentilire il vecchio nostro dialettodi ridurne la grammatica a certe regole
      di purgarne il vocabolario da certe foresterie che in un dialetto vivente trovano facile e continuo accesso; di valersene insomma e in prosa e in versionde emulare
      se fosse possibilese non il dialetto veneziano e il siculo
      almeno gli altri meno privilegiati; il genoveseper esempio
      nel quale s'ha un intero volume di commedie stampate. Il conte Pioletto è una prova di questa novella tendenza. Un nuovo gentiluomoche si chiama conte perchè ha compralo due punti di giurisdizione d'un feudo
      vecchiospolmonato
      spiantatovorrebbe ristorarsi
      sposando una giovanettacreduta figlia d'un vignaiuolo ed assai agiata de'beni di fortuna. I versi di questa commedia sono molto volgari ; e non hanno che fare con quelli del cav. Borelli
      del conte Orsini
      di Silvio Balbis
      d'Odoardo Calvo
      d'Emiliano Aprati
      di Angelo Brofferio; anzi neppure coi Toni (4)
      d'un vecchio marchese di San Mar-zano
      avo del celebre ministro che mancò di vita


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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Violetto Carlo Giamhalista Tana En-traque Pioletto Orsini Silvio Balbis Odoardo Calvo Emiliano Aprati Angelo Brofferio Toni San Mar-zano Borelli