Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO PRIMO 4!)]nel 1828
nò con quelli d'alcuni fra i più chiari successori di lui.
De' quali poeti piemontesiil Borelli sollevò il nostro dialetto con grandissima felicita in alcuni sonetti all'onore dell'epopea; l'Orsini alla gravità d'un linguaggio filosofico e morale. La grazia ora Tibulliana ed ora Anacreontica del Calvo non ha mestieri di essere commendata. Brofferio è un felicissimo imitatore del Beranger
e tra le molte e belle sue canzoninoto come carissima quella intitolata Sor Cavajer.
Ho già accennalo come nel lato della piazza che guarda a levante s'alzava il palazzo del marchese di Fleury. Allato al medesimo abitava una bella damala marchesa di... (5) la quale il duca
giovane d'annied anche in ciò di giudizio
amava di caldo amoree da cui si credeva riamalo. 11 Fleury fu preso allo stesso vischio
esebbene la riverenza che doveva al duca suo signore
da cui era stalo in molte guise beneficatodovesse raltenerlo
la passione prevalse; nè punto crudele si mostrò la bella dama al novello adoratore. Anzi fallo un buco nel muro divisorio si vedeano e stavano insieme a loro grand'agio. Avea la marchesa uno staffiere francese chiamalo Francesco Cornavin
il qualenon si sa se per isdegno d'essere stato congedato
o per cupidità
si recò al Valentino
onde informar S. A. di tali tresche. Interrogalo dal conte Caresana
primo paggiodel
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (487/781)
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