Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBITO QUARTOuè a l'are in me la menoma impressione. Perciò ricuso di rendervela al prezzo clic mi offerite. Ma non posso ricusare alla mia bontà di continuacene gli effetti Voi ne avete veduto chiari segni in tutta la mia condotta
poiché ho mostrato di saper comandare alle mie passioni abbandonando alla giustizia la punizione dei voslr< nnsfat
e lasciarne trasportare dall'irasenza esserne biasimato. Voi sapete meglio di me quanto l'avreste ineritalo. Ma perchè sia noto al mondo ch'io sono superiore alle vostre offerte ed alle vostre offese
ricuso di nuovo i centomila scudi: e se vo ve ne siete servito per offendermi non me ne vogli' servire a perdonarvi... Vi fo dunque sortir di prigionecomandandovi un esdio perpetuo da' miei Stati »
Così vendicavasi delle offese Carlo Emmanuele ilil quale senvea poi al marchese d> Pianezza
che lin da principioquando si mostrava così risentito
e gli vietava di domandargl' la grazia del f leuryaveva in animo di governarsi a questo modo. Di ciò dava anche informazione al padre Grancri
Gesuita suo confidenteche allora si trovava a Roma
dicendogli : « Vi scrivo questopadre mio
come ad unno de* miei amici; ma anche più volontieri perche vi trovate a Roma
dove potrete ottenermi « assoluzione della vanità che sento d' essere stato
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (490/781)
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Stati Carlo Emmanuele Pianezza Grancri Roma Roma
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