Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo pi'.imoquale sono già usciti alunni ed alunne che comparirono con plauso sui primi teatri.
Fino dal 1838 sorge nel bel mezzo di questa piazza per volere del re Carlo Alberto sovra un piedestallo di granilo di Baveno
adorno di bassirilievi e di fregi in bronzola statua equestre d'Emmanuele Filiberto
dello stesso metallo. Questo monumento del Marochetti
originario piemonteseha fama europea. 11 gran capitano
nell'atto di rientrare nella sua capitaleraffrena il focoso destriero con una mano
e coli' altra ricaccia nel fodero la vincitrice sua spadadeliberato ornai di darsi tutto all'arti di pace
e di cambiar il lauro contro al Palladio ulivo (7). La foga del cavallo arrestato in un punto da quella man poderosa non è scolpitama vera; e lo scultore dipartendosi dall' antico
seppe trovare una novità fortunata in argomento assai trito e tante volte riprodotto; dimostrando come la sapiente imitazione non procede incatenatama libera; non copia
ma s'inspira ai tipi del bello anticoe crea. Cotesto non fanno quelli che in fatto di lettere e d'arti si strascinano penosamente dietro all' orme di chi ci ha preceduti
che a gran ragione il Marini chiamava ebreij perchè ostinati a non voler avanzare; perchè quanto è in loro piantano un chiodo nell' ali del progresso; perchè delle bellezzedel giudicio
della grandezza anticanon sprone a virtù
ma strame fanno alla propria infingardaggine e dappochezza.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (495/781)
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