Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      I.IBKO QUARTOinfezione
      li traslocò alla vigna di Madama Heale Cristina
      in faccia al Valentino. Ma in breve conosciutosi che il consiglio non era prudenteperchè scemavano le limosine e la sorveglianza de'direttori rendeasi meno sollecita
      si pensò di destinare allo Spedale di Carità la casa occupata dall'Albergo di Virtù
      in via di Poassegnando allo stesso Albergo nuovo sito sulla piazza Carlina
      in cui la carità dei cittadini alzò la fabbricala quale di presente si vede (9).
      Cosi questi due institutifrutto d'uno stesso concetto
      ed uniti nell' intenzione de' fondatoricosli-tuironsi l'uno dall'altro separati
      e crebbero a maggiori progressi.
      Ma nel 1716 le vie e le piazze erano di nuovo invase dai mendichi ; effetto in parte delle guerreche disertando le campagne aumentano il numero degli infelici; in parte del continuo aumentarsi della popolazione nella capitale
      e massimamente del trasferirvisi che fanno le famiglie facoltose dalle Provincie
      onde scemano fuori della capitale i lavori ed i soccorsi (10). Allora si pensò nuovamente a sbandir la mendicità
      e per buona sorte venne in aiuto al re Vittorio Amedeo n un gesuita potente d'ingegnodi cuore e di volontà
      che ordinò
      non nella sola Torino
      ma in tutto lo Stato
      l'opera che ancora si mantiene. Era questi il padre Andrea Guevarre
      della diocesi di Vence
      nato nel 1645. Eglicoll'aiuto de' padri S. Giorgio
      BoschisReynaudi e Govone


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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