Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo teiizo
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in sì bell'opera la pietà de'fedeliche ora
spandendosi
è verosopra altri rami di beneficenza
è così languida in ciò che concerne la struttura e il materiale adornamento delle chiese (3).
Giovanni Battista Truchi ergeva l'aitar maggiore nel 1696
come appare dall'iscrizione. Paolo Vittorio Buschetti ordinava con suo testamento del 1693 si costruisse l'altare di S. Camillo; ciò veniva adempiutoe se ne poneva lapide commemorativa nel 1743.
Carlo Bianco edificò la cappella di San Carlo ; i conti Cauda di Casellette quella della Natività.
Uno de'più chiari tra i padri che allora fiorirono fu Pantaleone Dolera
predicatore e teologo di corteil quale salì al generalato dell'ordine.
Addì 13 maggio del 1780 i Padri della Buona Morte cominciarono la riedificazione del loro collegioe si ha la descrizione delle solennità osservate nel porsi dal conte Provana
a nome del Rela prima pietra.
La chiesa di San Giuseppe quantunque picciola si distingue per buoni dipinti. Il transito di San Giuseppe all'aitar maggiore è di Sebastiano Taricco da Cherasco. La tavola di Sant'Antonio da Padova e di San Francesco d'Assisi all'altare sotto questo titolo è di Carlo Francesco Panfilo milanesechiamato
per la grazia delle sue figureil Guido della Lombardia.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (577/781)
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