Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO QUARTO
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conveniva che andassero a mangiare e a dormire nella casa del borgo. Colà pertanto si risolvettero di far ritorno sul fine del 1654; e il di dell'Epifania dell' anno seguente cominciarono ad ufficiare la chiesetta che la pietà del principe Maurizio di Savoia aveva loro edificata.
Mandava intanto vivi splendori di santità la nascente congregazionesicché veniva richiesta di dedur colonie a Chieri ed a Racconigi. E ne' Torinesi vieppiù crescea la stima de'padri
e s'accen-dea la divozione a S. Filippo
massime per una corona eh' ei solea recitaree che si portava con felice successo ai malati
come ancora si porla.
Desideravano pertanto i Torinesi
non meno che i padriche l'Oratorio di S. Filippo potesse trasferirsi entro le mura. Rivolsero questi l'animo ad ottener la cessione della chiesa parrocchiale di Sant' Eusebio. Era la medesima di patronato dei signori della Rovere
nobilissima stirpe che allora stava per estinguersi nelle persone del marchese Carlo
e d' un suo fratello scemo di mente.
Lunga ed aspra fatica fu 1' ottenerne il consenso. Impossibile d'ottener quello del rettore d'essa parrocchia. Finche uscito il medesimo di vitae succedutovi l'abate Pier GiotTredo di Nizza
illustre scrittorestalo poi precettore dei Reali principi (2)
si mostrò esso tanto amico e condiscendente verso i Filippini
quanto ritroso ed avverso erasi mostrato
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (601/781)
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