Storia di Torino di Luigi Cibrario
C)Ì4 LIBRO QUINTOe modesto
ora velato di tristezza e di compassioneentrava nelle case secondo la varia missione che avea
assisteva li infermi poveri nelle stallenelle scuderie
nelle stradetra il sucidume più schifoso
facendoli scopo non solo di carità
ma di tenerezzapassando al loro fianco le intere notti. Tutto quello che avea
tutto ciò che di limosine poteva raggranellare ei dava ai poveri. Udiva e soccorreva ogni uomo. Portava di notte ai poveri vergognosi panevino e legna. Toglieva il carico di mantenere intere famiglio
di far allattar bambini; forniva gli artigiani poveri di stromenti e ordigni del loro mestiere
- non guardando mai se fossero della parrocchia o nodel paese o forestieri
purché fossero bisognosi. Il che pur troppo è virtù rarissima. Zelator sommo della castità
avviluppato come in un usbergo nella coscienza del proprio dovereera intrepido contro ai seduttori ed agli scandalosi; sicché corse più volte pericolo della vita. Serviva il buon sacerdote
mondavamedicava gli ammalati i più schifosi
anche gli affetti da lebbra o da altre malattie cutanee. Egli stesso girava di notte a destar medicia far aprir bottega agli speziali. E quest' uomo così caro
così buonocosì dolce col prossimo
era altrettanto durorigido
crudele con se medesimopoiché mangiava e dormiva pochissimo
e maceravasi con rigori continui di penitenza.
Morì 1' uomo apostolico il 23 d' aprile 1763 di
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (610/781)
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