Storia di Torino di Luigi Cibrario
(iisLIBRO QUINTO
come d'uomini che professavano il sacrilego ed un possibil mestiere di gabbadiodubitava molto il buon padre
e procurava ad ogni potere di spedirsene Abbiamo già indicata la morte di qucsl' insigne Filippino seguila sul pulpito di San Giovanni
Eccone ora i particolari. Già nel giorno precedente e nella mattina dei giorno medesimo avea egli detto parole clicse non dinotavano espressamente la sua morte
accennavano almeno che qualche caso straordinario segnalerebbe quel giornoanniversario di quello in cui era stato laurealo ed avea ricevuto l'ordine del sacerdozio. Lunedì 8 febbraio 1751
alle ore quattro pomeridiane salì tutto lieto nella carrozza clic gli avea mandalo l'arcivescovoe disse ai circostanti con quel suo piglio faceto che gli era famigliare : Guardato coma la sposa va bene in carrozza. Giunto alla Metropolitana
dov'era parte della deal Corte coH'arcivescovopigliò la benedizione dal prelato
e salì sul pulpito. Proposto il testo di S. Paolo opporlunissimo per l'apertura del giubileo : Adcamus cum fiducia ad thronum gratiae ut mise-ricordiam consequamurparlò procuiizzando della misericordia di Dio con tanto impeto di canta
che egli stesso piangeva e piangevano gl uditori Finito l'esordiofatta la divisione dell'argomento
cominciò la puma parte colle parole: Fariis et miri« modis -nocat nos Deus
che pronunziò con voce sì forteche furono udite da tutti gb angoli del vasto edifizio;
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (614/781)
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