Storia di Torino di Luigi Cibrario
I limo QUINTOfarebbe per la conquisla d'un regno; a cui nulla giova richiedere qual alta mercè temporale può compensare que" prodi religiosi degli stenti durati
della sanità logoratade'mondani diletti posti in disparte
degli onori ricusalise non fosse un premio di consolata coscienza pel bene operato
una speranza di maggior premio avvenire; d'un premio che li giunga a quel punto in cui l'anima libera e abbandonala a se stessa comincia a comprendere il gran mistero dell'esserea sciorre il nodo del dramma in cui attrice involontaria ha concorso a sostener una parte. Nulla persuade cotestoro
che indulgenlissimi per sè
sono rigidissimi nel giudicare i ministri del santuario; e da un che manchi precipitano il giudizio a crederli tutti colpevoli; e ora vorrebbono ( cosa impossibile) che il clero nulla ritraesse del popolo; e che indossando l'abito religiosotutta spogliasse l'umana fralezza; ora si lagnano che non abbiano i religiosi viscere di cittadino; ora si dolgono di non trovarli agevoli; ora di trascuratezza li riprendono e di lassa morale
e se un vizio azzeccano in unonon badano che quel vizio sia compensato da molle virtù
ma in tutto malvagio lo giudicano ed impostore. Pochiben si sa
sono perfetti. Molti sono assai men che perfetti. Ma li troverete grandemente virtuosio rigidi Catoni
quando posta giù ogni passionee considerandone bene addentro i porla-mcnti
scendiate n paragonarli co'vostri.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (616/781)
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Catoni
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