Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo sbsro
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1622 volendo Carlo Emmanuele i 1' unità
non solo politica ma anche religiosa del suo Stato
fé'istanza si creasse una nuova provincia composta unicamente de1 conventi posti ne'paesi di suo dominio; il papa vi aderì
e la nuova provincia si chiamò di S. Tom-muso. Ma non avendo monsignor nunzio Costa
a cui erasi commessa 1' esecuzione del breveassegnalo contemporaneamente alcuni conventi ai Frati dell' osservanza riformali
ne seguirono richiami e contestazionie discordie
le quali penossi alquanto a risolvere (2).
11 vero è che nello Stato di Piemonte non v'erano ancora riformatisebbene vi fossero sudditi piemontesi riformati in conventi d'estero dominio
i qualicreala una provincia Piemontese
chiedeano d' esservi trasferiti. Carlo Emmanuele iche nel suo viaggio al monte di Varallo avea ritratto grande edificazione da questi frati della riforma
desiderava introdurli in Piemonte; il che essendo venuto a notizia de' superiori dell'ordinedier precetto al padre Giovanni Francesco Blancardi di Sospello
riformalo della provincia di Genova che si trovava in Torino
ed avea dedicato a S. Altezza alcuni discorsi sul Santo Sudario
d'introdurre questa pratica. Il padre Blancardi ebbe per aiutatori il padre Filippo del Maro
ed il venerabile fra Lorenzo di Revello
del convento di Pavia.
infiniti furono i contrasti che la gelosia di alcuni ri>(. ti
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (709/781)
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