Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      Capo settimo
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      doveri; e non ostanti 1 replicali comandi del Hepronunziò sentenza assolutoria.
      Grandissima alterazione ne pigliò Viilono Amedeo; che rilegò il presidente Graneri alla sua villa di Carpenetlo
      e sospese d' ufficio senatori A chi l'informava dello sdegno del Hee della severità di cui intendeva far prova
      rispose con gran dignità d Presidente: « Ch'egli aveva tutto -1 rincrescimento « di vedere che S. M. si mostrava risentila per la « sentenza rendula;ma che ii suo maggior dolore conti sisleva nel conoscere che jì Senato avea ragionea e che non potea dipartirsi dal suo sentimento « senza lesione deli' onore e della coscienza (2). » Questo è veramente .1 caso di dire che chi resiste sostiene.
      Ma per quanto fosse Vittorio Amedeo
      come tutti i principi guerrieri. conquistatorie riformatori
      usato a non sopportar contrastila maggior colpa di tale errore noi crediamo doversi ascrivere a quei ministri cortigiani
      che per rendersi necessari! al principe usano d'adularne le passionie invece di temperare con rispettosi consigli le >re tanto peri-oolose di chi può ciò che vuole
      e indugiar Teseci!' zione de'partiti violentie dar tempo al tempo
      u-sano ali incontro inasprirne la fierezza
      armarne di più velenose punte gli sdegni Costoro si studiano di render sospetti tulli quelliche
      zelanti iella vera gloria del principenon considerano come volontà


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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