Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo settimo
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sostanzae che per dargli mezzo di acquistarla onestamente
essendo allora vacante l'ufficio di guardasigilligli affidava la custodia de'sigilli
e gliene lasciava i proventi. Stimò quanto valeano annualmente tali proventiquanti anni si ricercavano per raggranellare un capitale di qualche riguardo ; poi soggiunse: Non imaginatevi dopo ciò di diventare guardasigilli o gran cancelliere. Passato questo tempo
mio figlio vi darà un impiego di due migliaia di lire. Bogino molte volte s'era inchinato ed aveva aperto bocca per ringraziare il Re di tanta bontà. Ma questi gli avea sempre imposto silenzio. Continuò Sua Maestà dicendoparergli conveniente che un ministro avesse casa in Torino; ricordarsi che Bogino aveva uno zio prete
che possedeva una casae che bisognava che
10 zio cedesse la casa al nipote. Bispose Bogino che credeva che fosse intenzione dello zio di lasciargliquando morisse
la casa. Non bastanon basta
disse
11 Revoglio che ve la ceda subito; e suonato il campanello
mandò a chiamare il prete. Venne il medesimoe il Re accarezzandolo gli disse: Voi avete un nipote che fa grande onore alla famiglia; io l'ho faito primo consigliere di Stato e primo referendario
e mio figlio lo farà ministro. Ma conviene che anche i parenti facciano qualche cosa per lui. Voi sapete bene che vostro nipote non ha patrimonio. Vorrei che almeno si potesse dire che ha casa in Torino. Non intendiamo certamente che vi spoglialecome si
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (727/781)
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