Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo settimo
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sentiva nelle dottrine politiche; non era punto men nobile e dilicatascevra di rispetti umani e costante l'indole sua; èd avea di più maggior dolcezza di modi e copia di dottrina
senza comparazionemaggiore.
Ma la prepotenza dei tempi non permise che tale e tanto ingegno portasse frutti corrispondenti alla sua virtù; sebbene l'opera sua ed il suo consiglio abbiano giovato assai; e quando ambasciadore presso al direttorio ritardò (altro non polendo) la caduta della monarchia; e quandorettore dell'università di Torino
prepose all'insegnamento uomini scelti tra i migliori per dottrina e per bontà di costumie riaperse con gran coraggio l'insegnamento teologico
mentre ancora passeggiavano trionfanti per le strade l'empietà e l'ateismo; e ricompensò molti di quelli che poco prima erano perseguitati e carcerati perla fede e la devozione ai loro legittimi re; e riaprì la cappella dell'università e vi deputò un sacro oratore (Sineo)
dalle cui labbra pura ed eloquentee piena di dolci attrattive scendea la sposizion del Vangelo; e quando
presidente capo di questa stessa università che ben poteva chiamar sua figliadi nuove cattedre l'otteneva decorata d'Economia pubblica
d' Antichità
di Paleografia; e ne celebrava la centenaria fondazione con una esposizione di belle arti non mai qui per l'addietro veduta; e quandoministro dell'interno
in men di due anni di ministeropreparava la riforma della legislazione
secondo il disegno di que' codici
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (729/781)
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Torino Sineo Vangelo Economia Antichità Paleografia
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