Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO SESTOfrancesi
che mutando un centinaio d'articolie un altro centinaio aggiungendone
avrebbero potuto e dovuto conservarsi nel 1814 e adattarsi ai nostri bisognialle migliori condizioni della scienza idraulica in Italia
ai maggiori progressi della civiltà; e quando cominciando dalla parte che avrebbe veramente dovuto precedere ad ogni altrafaceva approvar dal re Vittorio Emmanuele la legge organica e le basi di tutta la legislazione
che sarebbe stala pubblicala sol che fosse stala ritardata di pochi giorni la rivoluzione puerile ed imbelle del marzo 1821
seppure può chiamarsi rivoluzione; e quandopresiedendo una sezione del Consiglio di Stato
continuava a proclamare i più giusti principii economicialla luce dei quali appena adesso si comincia ad aprir l'occhio; e quando e come privato
e come Presidente dell'Accademia delle scienzee com'uomo pubblico
in tutta 1 'operosissima sua vitasi faceva agli amici
ai discepoliai giovani
che davano qualche indizio di virtù
insegnalorepropagatore degli ottimi principii- morali e politici
di pensieri generosi e liberalid'un santo ardor di giustizia
d'affetti caldi di patrio amorelontani da ogni grettezza
da ogni intolleranzada ogni spirito di setta
riputando tutte perniciose le società segrete anche instituile a fin di benepoiché in quanto a religione ogni stro-mento di perfezione e di progresso trovasi nella Chiesa cattolica romana ; e in quanto a governo
in niuno teneva potersi più facilmente conciliare la
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (730/781)
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Italia Vittorio Emmanuele Consiglio Stato Presidente Accademia Chiesa
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