Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO OTTAVO
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molti anni conosciuta l'utilità; onde venne in Torino nel 1755
ed ebbe ricovero in poche camere dai padri di S. Filippo. Ma il re già dal 1755 avea pigliato informazioni sull' opera delle Rosine
onde un anno dopo donò a Rosa Govona le case che aveano appartenuto ai frali di S. Giovanni di Dio. La prima parola che avea detto Rosa alla prima fanciulla che avea raccolta era questa: Mangerai del lavoro delle tue inani. Questo fondamentale precetto fu allora ed è sempre osservatocontenendo ogni casa di Rosine una o più manifatture ed opifìcii
comprendendo l'intero lavorio dallo sbozzare della materia prima fino all'opera perfetta.
Corse poi Rosa varie provincieed a Novara (2)
a Fossanoa Savigliano
a Saluzzoa Chieri
a S. Damiano d'Asti fondò simili instituti che tutti dipendono da quello di Torino
come da casa madree con esso corrispondono.
Non mancò a Rosa
per affinarne la virtù
il fuoco delle tribolazioni. Aveva essa un' indole alquanto risentita e sollecita che la spingeva continuamente all'operare; credevasi d'avere una missione da Dio
ed avea fede nella sua missionee si credeva obbligata a compirla. E come potea non averla vedendo i frutti che la Divina Provvidenza avea per ministero di lei quasi miracolosamente prodotti
di lei meschina fanciullache ricca non d'altro che di santo zelo pel servizio di Dio
bisognosa di proteziones'era
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (737/781)
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