Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIlìRO SESTODio non foscro trovali secondo Dio io sarei prontissima a deporli subito e non pensarvi mai più; anzi se senza aver mancato io
mi Ieuasseroda tulio come possono di autorità assoluta e così non potessi più far niente del tutto io son prontissima a lasciare in un momento tutti i ritiri e tutte le creature; e assicurata che Iddio non volia più servirsi di me o Dio caro Signor cavaliere allora sì che la povera Rosa giubilerebbe di potersi dar tutta sola a Dio solo e al solo suo amore! Ma sentirmi come mi sento e fare quello che faccio o Dio che martirio! Io non mi lamento ma mi sfogo un poco con lui che può intendere la mia pena. Ora per ubbidire io mi vado restringendo e per far luogo alle esposte che vengono devo mandarne via di quelle che avevo preso abbandonate: le esposte anderanno crescendo benché non sieno secondo la mia prima idea; cosa ho da fareme lo dica per carità; se io potessi far tutto io mi sento coraggio come prima per tutte e vedo che di fatto il Signore mi aiuta perchè avendone di quattro classi nel ritiro
delle pericolantidelle cadute
delle espostee delle civili tutte riescono e prendono spirito; ma se vogliono che mi restringa a una cosa sola cosa ho mai da fare e quali ho da prendere? Le povere che sono abbandonale io non le posso lasciare e così mi terrò a queste sole e farò quel che posso (in che vivo e non penserò più al avvenire. ISc patirò
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (742/781)
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