Storia di Torino di Luigi Cibrario
libro sestocapo ultimo
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a misura che altre genti Italiane entrarono a far parie della nova e vasta famiglia.
Allora solamente la città di Torino ne fu veramente la capitaleed è mirabile vedere
come seguendo il fato della Monarchia
da tenue principio salisse rapidamente a notabil grandezza.
Imperocché dopo i tempi in cui la capitale de'Tau-rini
gente guerriera e conquistatriceavea gloriosamente resistito ad Annibale
dopo il breve comparire che fe' come parte della Lega Lombarda
e il non lungo periodo d'una oscura indipendenzala sua fama non era molto cresciuta; e certo era città assai piccola intorno alla metà del secolo xvi quella che aveva da 1400 passi di giro
e un popolo di circa diecimila anime.
Ma sebbene d'allora in poi il Piemonte sostenesse pressoché continue guerre contro la prepotenza stranieracomunque si battezzasse o dall'Ebro o dalla Senna o dal Reno
veloce fu l'ingrandirsi e l'ornarsi di questa città
veloce l'assumer che fece il popolo tempera fortemente e veracemente Italiana.
Ne' primi capi di questo volume abbiam parlalo delle ampliazioni di Torino. Esaminiamo adesso le impressioniper dirla con un vocabolo alla moda
che fece in diversi tempi ai viaggiatori.
Facciamo capo dal celebre Michele di Montaigne
il quale parlando di Turino
scrive nel suo viaggio d'Italia fallo negli anni 1580
1581: « Piccola città
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (747/781)
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