Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      CAP. I.
      Origine^ ampiezza, devastazioni e res tei tiramenti della città nostra.
      Quel sole, che gli avvenimenti de'giorni nostri rischiara, non più irraggia i fatti de'sccoli passati ; onde avanzandoci nella tenebrosa antichità, la conoscenza di tali fatti bene spesso ; non travalica il confine di una più o men soddisfacente congettura. Spiacevole verità, da cui la presente storia non di rado verrà colpita; e mi duole non poco «he sotto l'asprezza di lei il mio dire incominci , poiché questo non a recente cosa , ma all' origine della città primieramente si volge. Attribuir potrebbesi agli Etruschi la edificazione della f città se i molti avanzi delle opere loro (specialmente di vasi interi e franti , variati in figura grandezza ed artifizio presso nói rinvcuuti fra le ruine di vecchi edifizii e di sepolcri } si volessero considerare. Con debolissima congettura la crederemmo fabbricata da' Liburni o Illirici : in vero non a 1» tro argomento in sostegno di quella avremmo che il sapersi essere stati i popoli Liburni gli abitatori della opposta riva del nostro mare, e perchè dediti alla navigazione poterono aversi fondata una città anche in questo sito pel comodo loro (i). Più di ogni altro divisamente troviamo probabilissimo che la città nostra fosse surta per le mani deTraci condotti dall'Etolo re Diomede, quando costui, distrutta Troja negli anni 1184 avanti G. G., approdò ne* lidi adriatici, edificandovi delle città , come specialmente fece nelle isole di Tremiti o Diomedee. Convalidano la congettura e l'esser noi certi che i Greci in queste contrade dominarono^), e'i tenere a nostro prò la tradizione che dà Diomede la città nostra avesse origine* (3). Checche ne sia, vedremo lei figurare fra le più ragguardevoli città fren tane col lega te per la guerra ita» lica nel- settimo secolo di Roma: in quegli anni adunque ella occupava elevato posto; or ivi una città non perviene che dopo il volgere di secoli dalla origine suaLa città qui, in questo sito, stette mai sempre, abben-chè le sue dimensioni e gli edifizii a molte luttuose catastrofi avessero soggiaciuto. Prima che io le rammenti m'intratterrò alcun poco sulla fisica di lei grandezza.
      La città nostra esser dovea spaziosa e di magnifici edifizii adoma ne' non conosciuti tempi del suo splendor maggiore estesi sino a quando ella era confederata e municipio de? Ro* mani. n'à delle prove morali e delle materiali. Quanto
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      Lg


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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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