Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
C A P. Ili;
Condizione politica o giurisdizione.
Qual fu la politica condizione de'nostri popoli ne'remotis-simi secoli ? Forse in tranquilla indipendenza sì fra loro che dallo straniero viveano , perchè V ambizione e la cupidigia dell' altrui migravano dall' Assi rio al Persiano , dal Persiano al Greco : quando poi quelle passioni poterono avere stanza in cuore a' Romani fatti grandi , la libera ed indipendente condizione delle frentane città si sostenne sino a che le incessanti guerre non ebbero spuntate le spade e distrutte le valorose braccia de' Frentani. Fu allora necessità assoggettarsi al traboccante poter de' Romani. Piaciuto pur fosse al destino che in tale suggezione le città nostre avessero continuato ! L'impero romaoo le avvolse nella sua ruina : elle indi digradando sotto i Barbari, risorgendo al favor de' re, e ricadendo pel peso del feudal regimine, alla fine la sorte novellamente le sollevò ponendole nella immediata dipendenza di un comune Sovrano. Ecco abbozzate le vicende della città nostra, le quali man mano anderò con sufficiente estensione dimostrando.
Prima che 1' ambiziosa Roma sorgesse , non v' era chi turbava la pace di queste telici contrade , quasi ignote al mondo politico : altrove , in lontane regioni, si compivano le principali scene delle umane passioni. D' altronde la storia non rammenta Re, che a Diomede nel di costui reguo fosse succeduto; quindi giustissima presunzione abbiamo che Istonio sgovernato si fossequal'indipendente repubblica di quei tempi.
Non è difficile opera provare che nell'adolescenza della Romana Repubblica le città frentane erano piccole repubbliche, libere , sovrane , indipendenti (33) specialmente dal poter di Roma. In fatti guerreggiava questa con tra i Sabini, i Sanniti, ed altri popoli, nè perciò leggiamo arrolati i Frentani sotto i vessilli o della prrma o de' secondi (34); la qual neutralità non poteasi tenere che da città non ligia di altra. Dippià. le guerre, che per esse si movevano, le paci cui stabilivano, sempre a loro talento e separatamente; ed in fine le monete cui hattevano, sono solidissime prove dell$ indipendente politica condizione delle frentane città. S'elle ebbero a capitale Larino, ciò non fu per dipenderne, bensì per riunirvisi i deputati loro in concilii,ove decidersi intorno ad emergenze della regione intera. Ma per questa indipendenza quale argomento più apodittico di quello, che ne porge la -confederazione della Fren-tania con Roma in ben fissata'epoca ? Conosciuto aveano i
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