Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
3ila città di Vasto. Scoppiò qui circa il mezzogiorno del due Febbrajo 1799* rivolta fidissima, delta quale non istarò a discorrer di'proposito, poiché ella pareggiò le altre del Regno , ben conte nella storia. La plebaglia, dopo devastate e saccheggiate le case di moltissime famiglie, si tinse le mani nel sangue di vàrii concittadini, tra i quali rammenterò Fio* riano Pietrocola, Francescantonio Ortenzio, Filippo TambellL e Paolo Codagnone, appartenenti al Corpo Municipale ; Epi-menio Sacchetti ed Alfonso Bacchetti ; tutti di signorile nascita. Fu in tal rivolta, durata oltre i venti giorni, che gran parte dell'archivio comunale rimase incendiato (4)* Giunto' il dì 20 Maggio , quattro mila uomini armati ed in massa guidati da Giuseppe Pronio cinsero di stretto assedio la cit-tà , la quale cominciò a far . valida resistenza. Ma prevedendosi che pur Si sarebbe dovuto cedere, si venne a capitolare. La offerta resistenza dannava i Vastesi al sacco; eglino se ne riscattarono mercè lo sborso di ducati 8400. Rifulse in tanto pericolo la magnanimità di Vinceslao Majo , che oltre al contribuire gran parte della somma , ne prestò il^ resto. Speravasi da lui che la Città avrebbegli resa la somma di prestito, ma quella si ricusò , stimando doversene la soddisfazione da'cittadini in particolare (18).
Grave era il peso del feudal regimine; molte pagine oc^ cupa il nudo indice de' dritti baronali (98) ; tra essi con ribrezzo ne leggiamo degli odiosissimi. Quantunque la città di Vasto non potea reputarsi ne oppressa dal numero , ne offesa dalla specie di que'dritti ; anzi benigna , onesta , generosa fu- secolei la eccelsa casa d'Avalos (6), nondimeno l'indole, i meriti e lo stesso umano istinto trascinavano la gente nostra ad agognar maisempre alla immediata dipendenza dal Trono. Però i lunghi gagliardi sforzi e i dispendiosi litigii risultarono vani. Fu d'uopo che un arditissimo potente consiglio di pochi momenti smontasse la colossale macchina. Il memorando giorno 2. di Agosto del 1806, abolì di un trattò la feudalità con tutte le sue attribuzioni e rialzò alla immediata dignitosa dipendenza dal Sovrano e da un sol corpo di Leggi le città, le terre e i castelli tutti della penisola di qua dal Faro (99).* Pervenuti siamo alla fine dell'argomento: chiuderollo consegnando alla storia nostra alcuni fatti, i quali ad esso , meglio che ad altro, si legano.'
Assai soffrimmo e per mare e per terra nel decennio della militare occupazione. Frequentemente approdavano in questo lido ed Inglesi e Pirati , i quali predando ciò che sorpren* de vano in rada, davano fuoco a' fogni mercantili, o secoloro li rapivano. La grossa artiglieria de' nemici non permetteva a nostri di difendere la spiaggia e scacciarne le truppè ostU
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