Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      Ercole. In contrada della selva rotonda, oggi Selvottaf verso il fiume Trigno, accanto a ruderi -di antica fabbrica, tu sollevata dall'aratro nel 1740. la lapida, in cui sta scolpito (lscr. i5)cbe Lucio Scanzio Modesto liberto di Lucio,Sexemviro Augustale,Capo de' Lari Augustali e Capode'Cereali urbani, elevò ad Ercole, in soddisfazione di voto, un' ara in luogo a lui dato per decreto de' Decurioni. V' è segnato di fianco il di 3 innanzi le Galende di .Settembre , che corrisponde a' 29 Agosto. Questa lapida spezzata in due ,. lunga palmi sette, ed alta due, si conserva con altri marmi antichi dal Barone Matteo Genova «versato nelle cognizioni di archeolo* già. Scanzio votò 1' altare forse affinchè Ercole avesse prosperati e ditesi i di lui agnelli esposti agli assalti de' Lupi (112) abbondantemente sparsi nel vicino bosco di Petacciata. Argomentasi intanto dalla riferita iscrizione e da idoletti di Ercole raccolti nell- agro vastése che pur questo Sem ideo ricevette incensi dagl' Istoniesi. Quando descriverò la conr trada del Lago parlerò di un busto di statua , che la direi spettata ad Ercole adorato dentro la città, se la robustezza delle membra della statua bastevol fosse ad appoggiare una congettura.
      Arpocrate. Il mezzano simulacro del Dio del silenzio fu rinvenuto nel 1698. scavandosi in casa del Preposto de Arjgelis nella strada del palazzino. Lo collocarono allora sopra la porticina di S. Pietro , donde fu rimosso e situato nel 1735. in particolare elevata nicchia sul muro a sinistra dell'atrio (11-3), ove oggi sta. Però esso porta tutt'altra testa che la propria , come rilevasi dal ritratto inttgliato in rame dal chiarissimo concittadino Nicola Tiberii mentre intero ancora era questo simulacro. A pie della menzionata nicchia è assicurato con fabbrica un bello e grande pezzo di fino marmo versicolore rinvenuto negli scavi di Vasto. Ignoriamo i siti tanto del tempio di Arpocrate che de' tempii delle altre divinità , le quali vado ad indicare.
      Augusto e Vespasiano. É ben noto che dappertutto il vasto romano impero eretti furono tempii a questi imperatori divinizzati : che Augusto e Vespasiano anche in Istonio n' ebbero vien poi dimostrato dall' esserci stati i Sacerdoti al culto loro addetti : Tito Statorio( lscr. 16. ) e Cajo Camurio Albo figlio di Cajo ( lscr. 36. ), furono Sexcmviri Augustali. Marco Bebio fu Flamine Vespasiano (lscr. 17). Non poteasi da' Sacerdoti offrire incensi ed adorazioni senza averne i tempii convenevoli.
      Dei Mani* Molte iscrizioni ( lscr. 26 , 29 , 33 , 34 , 37 , 4l y 44 r 49 7 5i , 52 , 53, 58 , ) coprirono i sepol-
     


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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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