Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
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èli essere state la chiesa cattedrale \ ma sofismi si àddbsséft) e non maschi argomenti a sostegno della pretensione, e forse alle finzioni si discese, come ne fa sospettare la iscr. 68.
Sublime operazione della umana intelligenza ella è il far redivivere aforza di ragionamenii quelle cose, che la falce del tempo à mietute e nella oscura tomba della oblivione à precipitate. Di cotanto potere dell' anima immortale or ci siamo avvaluti per contestare la episcopal sede in Istonio la .quale ne rende ragione perchè indizio alcuno non dassi nelle scritture de1 vetusti tempi di essere stata giammai la Chiesa vastese nella dipendenza da diocesi o vicina o lontana prima che 1' undecimo secolo venisse: uopo non eravi ehe leggi a' nostri altari, a' ministri loro ed alle coscienze vastesi straniero Vescovo dettato avesse, imperciocché il legislatore, sol da* cenni di Rpma mosso, nelle stesse nostre mura possedevamo. Al posto di lui, con insensibil cambiamento, i Benedettini di S. Giovanni in Venere subentrarono ne'primi anni del menzionato nndecimo secolojdi che l'innegabile documento è racchiuso non .meno nella conferma di questa terra fatta loro dal re Errico III nel ia47 (I0)» °he ne' privilegii e ne' poteri, onde a gara e i Papi ed i Principi rivestirono il nobilissimo ordine istituito da S. Benedetto (*47)* Già fin dall'ottavo secolo papa Zaccaria dichiarato avealo esente da ogni vescovil dipendenza e soltanto al Romauo Pontefice soggetto (248); e papa Innocenzo III confermando nel 1204 al Cenobio di S. Giovanni in Veneì-e le • vaste di lui possidenze, ih chiari modi espresse le vescovili attribuzioni dell'Abbate ne'tenimenti dell'1 Abbazia (249)* E quando nel 1269 Carlo I. d'Angiò, poco propenso a'Cassi-nesi, investi de'nostri Castelli i suoi favoriti militi a danno di S. Giovanni in Venere, la spiritual giurisdizione su i castelli restò in mano dell' Abbate, il quale saldamente la tenne sino alla riforma del suo ordine avvenuta nel i4io{a5o). Indubitabili attestati ne porgono le scritture dal tempo di Carlo I. a quello della riforma ; e più che le scritture un uso antico , giammai interrotto , e cessato quando la chiesa nostra passò alla suggezione dell'Arcivescovo Teatino: consisteva il motivato uso nelTinviarsi un Sacerdote a S. Giovanui in Venere da ciascuna delle due Chiese parrocchiali di Vasto nel dì della festa di S. Giovanni colà solennizzata , acciocché entrambi assistito avessero alle sacre funzioni in riconoscimento del dominio benedettino. In fine più che le scritture e l'uso , depone a prò dell'assunto il trasmesso bastoii pastorale agli Abbati Commendataci , che si ebbero quest' Abbazia di S. Gio. in Venere quando ne seguì la riforma , ej monaci T abbandonarono. Vediamo perciò gli Abbatj GowwadaUrii
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Istonio Chiesa Vescovo Rpma Benedettini S. Giovanni Venere Errico III Papi Principi S. Benedetto Zaccaria Romauo Pontefice Innocenzo III Cenobio S. Giovanni Veneì-e Abbate Abbazia Carlo I Angiò Cassi-nesi Castelli S. Giovanni Venere Abbate Carlo I Arcivescovo Teatino Tinviarsi Sacerdote S. Giovanui Venere Chiese Vasto S. Giovanni Abbati Commendataci Abbazia S. Gio Venere Abbatj GowwadaUrii Giovanni Benedetto Giovanni Giovanni Giovanni Gio
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