Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
«i congiungea l' autórità di presedere à' grudizii, di amministrar la giustizia affiancato dal consiglio di no giurista denominato Assessore; ed in fine perchè confidato gli venne il civil governo delta città e talvolta anche la militar potestà (279), sembra che nel Gastaldo e il re e quasi tutta la cittì) si riunissero. Ma togliamoci dal mezzo di questa folta tenebria di tempo, ove spinti ci siamo per partirne verso epoche meno buje , anteriori e posteriori a* due ferrei secoli della longobarda dominazione.
Di due parti componisi il reggimento di ogui macchina politica ; V una è la legge , 1' altra si è 1' ordine dejgli uf-filiali ; quella può dirsene 1' anima , questi lé membra ne sono. Ove ragione e dottrina concorsero nel disegno di tal macchina, le parti Sfcattibievolmente armonizzano , con mirabile precisione ed in siffatta guisa si legano che nella legge il sistema di polizia si discerna. La maschia sapienza ab-bondevolmente sparsa nel romano dritto operò sì che gli stessi popoli stranieri scesi 'alla conquista a Italia le loro libere e padrone volontà vi piegassero , ed alle soggiogate città obbedienza verso le romane leggi comandassero. Il Greco imperatore, che innanzi i Longobardi dominò, i Goti , che precedono il Greco , e gli Eroli, i quali furono prima de' Goti, queste genti nè menomarono , nè pervertirono lo spirito delle leggi in vigore ; rattennero essi i dettami della Promana legislazione e polizia in quella forma , che dal detronizzato Augustolo fi riceverono, e come a cotestui erano stati trasmessi dagl' imperatori succeduti ad Adriano (aBo). Nella compiuta mancanza di particolari notìzie sul civile governo Istonio in quc'tempi, assai ne giova adunque l'apprendere, che inalterato lo spirito delle leggi si sostenne da Adriano a'Longobardi; talché da questi a quello V indole della le-
Ìislalione e del nòstro stato civile non si cangiarono giammai, ira però stato di dipendenza; quindi molti poteri, che si spet-' tavano alla popolazione , miravansi in mano di coloro , i quali il sire nostro rappresentavano. E per vero diede A-driano tal disfatta a' municipali nostri privilegii da legare con assai stretti vincoli 1' arbitrio del popolo. Ei lasciò alle città un sol potere , qual fu il crearsi i Decurioni compo* nenti Un Senato, e I' eleggerai altri uffiziali inferiori , iha però al Magistrato di Roma , eh' era il Preside del Sànnto, pienamente sottoposti (281) : egli è questo un diritto , un potere , che per le premesse analisi intórno allo spirito de* governi, fu indubitatamente rispettato negli Ianni decorsi da Adriano alla invasiòne de'Longobardi. Quali elle furono le attribuzioni del Senato , ossia della Curia in queste città
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