Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
F
82
provinciali per tale intervallo di tempo , ctó è boto «gliscienziati in giurisprudenza: ei pare che della sola economi* ca amministrazione quel Senato avesse cura, poiché a regio uffitiale la conoscenza nelte civili e nelle criminali cause Ri conferita. Di fattir riprendendosi> da noi il retrogrado cammino da1 Longobardi in là, vediamo 1' imperai or di Costantinopoli Giustino II. nel 568 ordinare che in ciascuna città e terra di considerazione un Giudice fornito di Assessore la legge amministrasse (282): città di non volgar nome era in que' tempi Istonio , e perciò anch' essa dovette accogliere il regio ministro. Avea però il Goto Teodorico, sul finir del .quinto ed incominciar del sesto secolo , meglio consultato «gl'interessi de'cittadini ed alla spedita amministrazione della giustizia, assegnando alle grandi non meno che alle picciole città e terre, quest' uffizi a le col uome di Comite (283). Il .brevissimo regnar degli Eroli dai al 493 non prestò tempo, a mutazioni di polizia. Costantino nel 33o , inno* ?andò assai nella sua nuova regia e nelle alte magistrature ¦provinciali,, non divisò mutar la (accia alla polizia inferiore disposta .nelle città nostre da Adriano.
Retrocedendo raggiunte abbiamo le di già conte mutazioni ed usurpazioni di Adriano. GÌ' Imperatori , che lo prccederono, nulla acdironp.su i dritti italici. Augusto volteggiò intorno questi e circa i privilegi! del corpo municipale , ma non osò ghermirli : i suoi Patrizii e Consolari piombati su la nostra regione si stavano rispettosi rappre* sentanti di lontano monarca al cospetto de'nostri municipi, da'quali ne potere, ne dritto dì sorta alcuna era stato •ancora distratto. Ne ingcrivansi nella pubblica economia d istornò molti personaggi rammentati dalle nostre iscrizioni, ed i quali in militar colonia qui risederono, eccezion fatta di quel compatriota, che nella sua persona cumulò (se pur ciò non fu in tempi diversi) impieghi della colonia e della città. E pef vero offre^i innanzi tutti Publio Paquio Sceva, (Iscr. 6) che in Istonio i suoi giorni terminò : divider si possono le molte cariche da lui coperte in due generi ; V uno riscontrasi nel sistema amministrativo di ogni citt? romana e Trenta na, l'altro a) romano imperio esclusivamente apparteneva. .Or tolta la edile dignità, i rimanenti uffirii egli potette oc* cu pare o in. Roma o in città provinciale/ma non municipale; e per quanto concerne la Edilità, sei non l'ebbe in Roma, ma in Istopio ,, ciò derivar potè, dall'essere stato nostro ^concittadino ; ed in qualsivoglia modo, ella fu carica della città, e non di Roma. Se Tito Sta torio Proclo ( Ircr. 16 ) al municipal ministerio di quatuorviro quinquennale ( ondeL
| |
Senato Longobardi Costantinopoli Giustino II Giudice Assessore Istonio Goto Teodorico Comite Eroli Adriano Adriano Imperatori Patrizii Consolari Publio Paquio Sceva Iscr Istonio Trenta Edilità Roma Istopio Roma Tito Sta Proclo Ircr Costantino Augusto Roma
|