Storia di Vasto. Cittą in di Luigi Marchesani
gna » et non de eandetera (canneti) > togliendo collina collina scendo alle possessioni de Iacovo de Vandutio; scendo al pastino de Antonio de Boma, venendo al pastino de Diomedes de Moro scendo al vallone de Tagliaferro, re-spondendo al pastino di Francesco de lentile et de Rocco de Santo Bono come acqua pende , scendo alli grupti ( grotte ) venendo al pastino de Andrea Martino , et de Joan de Nutile , collina collina scendendo al pastino del Signore, calando al fonte dell1 opro scendo alli zardini di Vignoli. XXFi. De Ut fede del Sindico et sua famiglia , et de li danni occulti?
Lib. 4* Cap. I. Ve Blasfemia. II. Di chi speriura et /alzo sacramento. ///. De la pena de chi joca ad zaro% (giuoco di azzardo a dadi) et ad card. IV. Quando si deve arronghar lifracii. (Si mozzinole siepi delle strade, onde non si osti il libero passaggio). V. Quando si devono mondar le strade, et come se devono tener necte ( In ogni sabato da! i.° Agosto a tutto Settembre, gli abitanti debbono pu? lire la strada innanzi la propria casa o bottega. Si vieta accatastar legna ed altro , nonché lasciare carri in istrade, luoghi e piazze mattonate: nel solo tempo della vendemmia .vi si possono collocare vasi e palmenti). VI. De non buttar le mondezze et brectitudine in le strade et fossi di detta terra ( in que' fossi, che cingevano le mura). VII. De non legar lo porco innante la casa. Vili. De non cavar ad-presso le mura della terra , nč in li fossi et vie public che. IX. Che non possa pascer animali in li fossi. X. De non far lordizia, nč bruciar le fontane et puzzi. XI. De chi intassa acqua (incanala nel proprio fondo 1'. acqua del Comune ) et mede lino in acqua in le pertinenze del Fasto. XII. Che nissuno meda vino in la terra del Vasto (due augurali di pena : P augustale corrisponde a i5 carlini di nostra moneta ). XIII. Che li trappitari debbiano tener lo tomolo ferrato , et burniti et misurar just e. XIV. De buctare la mondecza al palo ( 11 Sindaco fa conficcare un palo in luogo adatto alla immondezza : la pena č di grana cinque che colpisce anche i fanciulli non giunti a due anni ) XV. De li vini, che si debia portar co li barile justi et mercati. XVI. Che non si' possa romper lino, né spander dentro de la terra. XVII. Che nissuno vada ad far erba , nč fronda de canne in altrui possessioni et lochi. XVI1L De chi guastasse alcuna cosa su le possessioni di altrui. XIX. De chi facesse danno con animali alle mete de grano et or gio. XX. De quelli, che bactono li fratti per farli magnar alli animali. XXLVjOOQlC
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