Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      dalla mentovata pania. Quel della fertile contrada Vignola, inrigata da frequenti ruscelli,-offre grotte naturali nel fianco della pendice : V uomo le à fornite d'imposte ed invertite a tugurii. Ne' giardini , che l'adornano* trovaronsi vasi la-grimali , ed uj> frammento concavo di medaglione di creta cotta; vedesi nel fondo dì quest' oggetto il basso rilievo di testa con chioma rimenata in dietro; poggia su'l di lei vertice il lembo convesso di .Luna crescente. Indi si appresenta il seno della Lebba, che lievemente restrignendosi retrocede per due miglia e più in forma di poco profonda valle. Un fiumicello nato nel tenimento nostro le solca il mezzo , c nella foce si allarga in guisa che il più esteso sbalzo non lo sorpassa : forse qui* nel i55o e i56i stette il ponte a fabbrica o a legno (532). Mancando di alveo il fiumicello , le sue acque spandevansi nel piatto fondo della vallicella ; ed unite alle altre , che di qui assorgevano per ragione delle vicine alture, formavano palude e fitta , ricchissime di caceagione , ma oltremodo infeste alla umaua salute pel miasma produttore di febbri periodiche. Nel j835 Giuseppe Antonio Rulli, oggi Sindaco di Vasto, incamminò queste acque tra due lunghi ciglioni di terrenoj per lo che molto del lagume si è diseccato , il suolo alla coltivazione invertito, ed un giovamento alla salute di que' villici apportato. Ut il cosa sarebbe che un ponticello sulla foce della Lebba la città construisse. ;
      Valicatasi la Lebba presso il mare, si monta alla stre* mità della penisola , allo spianato , ove la chioso lina di Madonna della Penna. Scogli colossali ditèndono dati' urto delle onde l'orientai corto lato della penisola , e parte ancora del di lei fianco settentrionale: dentato per interrotti ruderi di fabbrica e nella estensione di moltissimi passi è il meridional confine dello spianato , che indi declina alla Lebba : sono dessi questi ruderi le fondamenta delle mura di Pennaluce ; la loro qualità e la disposizione i' additano ; anzi ei mi è sembrato scoprire gli angolosi pilastri della porta della terra nella sommità della viottola , che per la Lebba oggi fa salir sullo spianato. Dalla riquadrata regia torre della Penna al picciol promontorio di Gollemartino , e da questo all' altro , eh' è maggiore ; denominato Erce , stanno i due rimanenti seni , il primo men ampio dei ser condo; ma entrambi di acque profondissime, le quali placidamente sferzano un lido incantevole per petruzze di colori vivacissimi c diversi , per gusci di conchiglie numerosissimi, variati nella forma e ne' colori , e per altre naturali bellezze. Si rieda or con la mente allo spianato della chieso-


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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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