Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
i5gArt. a. Natura del terreno e miniere.
Sanno i geologi che possente forza dì natura spìnge sulle còste di Dalmazia Y Adriatico ; laonde il suolo , che calchiamo , un dì dal mare fu ingombrato ; la qual cosa nella linea del nostro paese e provato dagli scogli , che molto dentro terra si veggono , e da'depositi di conchiglie marine uscite fuori per lo scoscendimento del 1816 dalle fendute colline , da quella specialmente , che alla rural cappella di S. Michele sottostà. Servì quella catastrofe a chiarir meglio 1' intima struttura del suolo : per essa veder potemmo che tre strati lo formano , i quali d'appresso al mare più che altrove stanilo intramischiati e confusi, probabilmente a cagione di ripctutisovvertimenti.il più fondo strato òdi tenace argilla, che venir sembra dal bacino del mare e verso il centro della terra discendere; il quale strato partecipando nella duplice inclinazione del tenimento , progredisce serpeggian-' do verticalmente , talché in de' siti è demerso assai , in altri appropinquato molto alla terrestre superficie. Uno strato di arena marina , alto talvolta cinquanta e sessanta palmi, sovrasta all'argilla. Greta mescolata a terra calcarea , sabbiosa , marnosa , vegetabile euopre l'arena per dieci e do-deci palmi. Non v' à strato di pietra : in poche contrade il Arreno è sassoso con rari macigni (566). Il nostro suolo compendia i pregi di varie regioni della terra ; di fatti net 1810 scavandosi il terreno sottoposto alla chiesa di S. Spirito , si trovò il Molibdeno a globetti , i< quali in grazia della rara figura meritarono luogo nel Museo di Orittognosia di Napoli. Tra la città e' l mare un rivolo appellasi vallone dell' oro ; siffatta speciosa denominazione vuolesi derivata da frusti di oro , che ai limo immischiati vi scorre-vano. In contrada ripa de' ciechi sorge acqua salmastra , la quale essendo carica di sali più che no'l sono altre simili acque del nostro tenimento, à virtù di purgare e di muover copiose orine.
Art. 3. Piante, animali, agricoltura, carestie è disastri.
La lode , eh' esce dal propio labbro , invilisce ; ond' io farò che altri le frasi di giardino di Eden, di terra di promissione , pe '1 nostro paese pronunzino (567). Largo di doni il Cielo gli è stato : il mare gareggia con la terra nella multiplicità, varietà ed abbondanza di produzioni , le quali alle naturali necessità sopravanzando , passano in uso di men favorite genti vicine e lontane* Sono gli olii , i
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