Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
cui ni un vestigio è rimasto, dominava l'ingresso settentri*» naie di Vasto: era in piedi nel i548 (467 ); restauravasi o nuova foggia prendea nel 1621 (716); fu demolita, perchè cadente,' nel 1787 (717). Vive ancora chi vide la riquadrata forma di lei e L! angoloso sentiero , che sotto-* starale , difeso da imposte nelle stremila. Rotondite sono le altre torri. Quella di S. Spirito , altrimenti Torre di Amante o di Diamante, mostra in incisa pietra le armi regie, lo stemma di Vasto e'1 (pag. 29 e 3o): cenruata a de Benedjctis (pag. 126), questi 1' à ridutta a fondaco* Più in là il torrone di Diomede del Moro ( 718 ) antico cittadino ( 5g4 ), è tutto rovinoso ; sorregge casetta censua-ria della Università (pag. 126). La torre di Bassano a quattro appartamenti (719), oggi-di Nicola Cancelliere , è tuttavia intera : v*è infìssa pietra, che presenta armi regie, stemma della Università.e corrosi numeri, che forse pur segnano il i49^ : a piè di essa verso S. Francesco sporgeva tettoja su pinta rozza immagine di Maria Santissima; opera di coloro, i di cui congiunti furono colà uccisi con 4 archibusate quali rivoltosi del 1799- Torre mozza o Torrione, 1? di cui cima è diroccata, cinta da muro con delie archibusiere, à forma di semicilindro : fu de' Moschetti, che accanto vi teneano casa di abitazione ( 720: ) presentemente va in ruina ed è della città ( pag. 128). La torre, che Alessandro Bacchetta ebbe da' de Rubeis ( 721 ) , è distinta col cognome del Bacchetta : alta come quella di Bassano, si screpolò e rovinò in un fianco ; io la rammenta ridutta a semicilindro, il quale perprudentissimoconsiglio e stato demolito quasi de] tutto.
Il Castello, che proteggeva le Università da mezzo secolo incorporate, era insufficiente a bellicosi disegni; quindi Giacomo Caldofa, il quale nel i43g fortificava questa terra (pag. 200), rinnovò U Castello, e munendolo di molti cannoni porr tanti il suo stemma,' lo rese formidabile: s'innalzava cotanto la centrai torre da scovrirvisi lontani paesi (722). Caduti dalla signoria di Vasto i Caldòra, il popolo ruinò il Castello (723) e forse tosto dopo Famedio del i464 ( pag. 28). Si desiderava dalla Università nel i499 1 d'Avalos non l'avessero giammai piò rifabbricato ( pag. 102): ma eglino lo rialzarono con quattro baluardi , in uno de* quali appariscono i vestigli dell'antico, e con due torri. I cannoni passarono in potere della Università, la quale nel 1^57. per la guerra del Tronto ne prestò sedici alla fortezza di Pescara : altri cinquantasei pezzi di artiglieria le furono involati da'Turchi nel xS66 j onde nel 158g,„ fedendosi spo«
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