Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
ao6
glia ( pag. a8 ), la stessa piatta e portano va alle carni macellate, il largo del palazzo d'Avalos alla piazza, e quello delle colonne a portauova per le frutta (74g)- 1 Foriti stanno dappertutto ad arbitrio; parimente le Cantine, le qua* li per lo più sono membri delle case di coloro, che a'negozi i di Tino e di aceto attendono. Le botteghe sono di privata propietà e ragione.
L' alto prezzo de' grani nel i8i5 dava a* panatiteli ragion di desistere all'improvviso e con frequenza dalla vendita del pane. Suole la maggior parte de* cittadini, specialmente agricoltori , usar pane di piazza : or quella inaspettata-sospensione spargeva grave disturbo in mezzo al popolo; e poiché non troppo tranquilli correvano que*tem-pi, l'autorità municipale era sforzata a condiscendere per 1 fin aumento al prezzo del pane. Come per la total mancanza, così per l'insolito valor di questa vittuaglia si mormorava. A levar pretesti di turbolenza, il Sindaco Pietro Muzj rese di municinal diritto la confezione e lo 'Smercio dei pane , e diedene l'appalto a dieci cittadini, che al Comune retribuivano circa ducati duemila. Tosto appigionata la dismessa cappella di S. Gaetano del palazzo, gli appaltatori vi riunirono pistori, ordigni, forni e bottega. Ecco la nostra Panatica, la quale stabilita sul finire del 1815 cessò ne principi del 1816, poiché gli appaltatori non contentavano il pubblico, i campajuoli, gii agricoltori e la gente poco agiata perdevano l'agevolamento de) pigliar pane a credenza, a'proprietarii de'forni s'inutilizzava una rendita, in dispettoso ozio si gettavano i fornari di mestiero. Fu prudenza adunque ripristinar la libera vendita del pane sotto gli antichi regolamenti municipali ( 18 ). Questi però non erano abbastanza obbligatorii, e le inopinate mancanze di pane e di carni nel 1820 si andavano riproducendo. Ordinò allora il Sindaco Quirino Majo a'Panattieri e Macellari o che da* loro mestieri desistessero ( e se lo faceano, già pronti erano stranieri venditori da lui incaggiati ) o che a più stringenti patti venissero ; la qual seconda condizione fu da essi accettata, e pubblici strumenti se ne rogarono ( y5o ) ; anzi ei fece sì che ciascun pansttiere imprimesse sulle pagnotte una designata cifra numerica, affinchè l'artefice di un pane difettoso si potesse riconoscere e multare; usanza tuttavia conservata.
(^.ooQle
| |
Avalos Foriti Cantine Tino Sindaco Pietro Muzj Smercio Comune S. Gaetano Panatica Sindaco Quirino Majo Panattieri Macellari Qle Gaetano
|