Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
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Monistero di Tremiti si à prora da donazione scritta den* tro la stessa Chiesa di S. Maria in Valle di Vasto nei di 2 Giugno i44a , e ricevuta dal Vicario del Convento di Tremiti. Fu Rainallo Tinnario di Vasto Aimone (pag. 46)» che per suffragio delle anime di Masio Ravengiano , di Buzia moglie di Masio t de' suoi parenti, e di tutt' i fedeli , donò a S. Maria di Tremiti molti beni esistenti in Vasto 9. cioè case nella piazza pubblica , in quella di S. Maria 9 e nelle contrade del Lago e del Buonconsiglio , giardino alle Lame, vigne nella contrada de'Morelli, ed in quella della Carcere per la strada della Penna, ter ri torii e canneto nelle contrade Fattageda, Cannarmi e Castiglione, terri* torii in contrada Guasto Gisone tanto presso la Case della Curia che in altro sito dello stesso Guasto Gisone (677)*
Conosciamo quali erano lo stato e i possedimenti della Grancia di Vasto nel i5o8. Un Chiostro e decenti edifizii vedevansi uniti alla Chiesa : oltre a' campi v agli oliveti , ad altri beni stabili ed alle decime , questo illustre Priorato poss'edea Villa Aragna di diciotto miglia di paese fra campi ed altre tenute , ove il Giudice e Podestà ad amministrar la giustizia dall' Abbate di Tremiti veniva eletto : sue pur erano le Ville Turino e Paglieta , una con gli ampii tenimenti delle medesime (861). La pila dell'acqua benedetta di quella Chiesa poggiava sopra colonnetta rinvenuta tra gli avanzi del Tempio di Giove Ammone (pag. 34): ciò si osservava tuttavia nel 1644 ( io55 ). In varii contratti del decimosesto secolo si veggono i Priori ed i Fattori della Grancia di Vasto affittar i beni del Priorato e prestar consenso a vendite (io56).
Desolati rimasero dall' incendio del i566 il Convento e la Chiesa ( 1057). Non v'à dubbio che indi venissero» re^ staurati ; di'fatti il Viti ne discorre come di oggetto a lui presente ( 844 ); si à notizia di una partita di aceto a carlini cinque la salma , approntata nel 1647 dentro la cantina del Monistero (io58); altre prove di sua esistenza anche negli anni consecutivi or ora appariranno* Dal finir del secolo decimosettimo lo leggiamo appellato Grancia di S. Lucia de' Canonici Regolari Lateranensi ( io5g ). Avvertimmo (pag. 218) di non confondersi con questo Convento la Cappella di S. Lucia, Convien dire che oi Padri o i Vastesi cominciassero ad usare indistintamente le de-nominazioni di Monistero di S.Maria in Valle e di Grancia di S. Lucia: in vero nel 1715 i dinumerandosi i Cenobii compresi^ nella Cura di S. Pietro, si menziona la Chiesa de' Canonici Regolari Lateranensi con la loro abitazione detta S.
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