Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
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( Iscr. i4g, iW) Sebastiani Miscione hic ossa quiescunt* (fsor. i5o. Iscrizioni di soie lettere iniziali* scolpite quasi tutte iu i mattoni del pavimento delia Cappella ) N. A. G. A 3i Gennaro i83$ ss A. C. =r F. P. G. ss M. C. sa il. C.P. =M. N.B. S.= D. L. M.s C. M. aF.B. = G. C. « L. M. ss Al. M. ss T. F. C. M. 1840 =2 i84o. SDNDR -
3a. Cappella di S. Michele Aicakgelo. La Peste bu-bonica, di qualsivoglia pubblica sciagura la maggiore» partita da9 Sardi lidi, erasi intrusa nella città di Napoli e quivi la Mano i656 queir orrìbile eccidio incominciava» onde a duecentomila (1098 ), e come «altri racconta, a quat-trocentemila abitatori costò la vita, li fiero mostro non sazio di strage, prese il cammin delle Provisele, dallo spavento preceduta ( 1099 ) : se lo vide^ra le sue mura Citati ( noo } : Foggia ne rimase spopolata; altre città « terre a bruno si vestirono* Era intanto ne* divini decre-ti stabilito che nuovo e jirospero ordine di avvenimenti nascer dovea nella terra di S. Giovan rotondo. E dessa posta quasi nelle viscere di quel famigerato monte Gargano* dove fin da' primi secoli di nostra redenzione l'Arcangelo S>. Michele apparve, ed un tempio a lui dedicato grandeggia. Ragioni di sito, di precauzioni e di caldissime preci, nudricavano nel cuore de9 cittadini diS. Giovanni la speranza di non esser avvolti nella comune sventura ; ma invano, poiché là appunto il fischio de7 mortiferi strali eccitar dovea nella mente dell1 Arcivescovo della Basilica il celeste pensiero di porre in mano alla statua dell' Arcangelo un supplicherò! foglio 9 con che a nome del Popolo chiedea protezione avverso gli ulteriori sterminii della reste e i rovinosi Tre-muoti in quel tempo assai frequenti» Allora fu che fo miracolosa visione il sacro Ministro apprese la preservatrice virtù infusa dall' Altissimo alle pietre della Basilica ; la qual benignità di Dio per salvarci da Peste e da Tremoti bentosto divulgata , inanimò le città del Regno a provvedersi di quo9 santi sassi (1099). Aprì pronta la città nostra U suo petto alla fede , alla speranza, e di entrambe piena, non solo di quelle pietre si fornisce ( pag. noi, 262 ), ma il voto forma di un tempio all'Arcangelo, qual monimento di devozione e di riconoscenza.
Era intanto il Marzo del 1657 : la Peste grassava tu!-* tavia in Napoli, e'1 sospetto di poterla vedere quà giu-gnere anziché dissiparsi , maggiormente incalzava ; piangevano gli abitatori di S. Severo, S. Nicandro, S. Paolo, Lucerà > Lesina » le mine apportate alle loro terre dall' orri-
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