Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
sgode in queste. Donde faetl si rileva a quanto montar dovette il discapito de'pnopietarii , i quali per lungo tempo niun frutto, ovvero scarsissimo ritrassero da loro poderi, e gran -de dispendio per le riparazioni soffrirono. Tredici ben comodi casini , cinque magazzini, due grandiose e nobili fontane oltre alle picciole numerosissime per comodo degli orti » molti pozzi, tutto andò in ruina co* poderi. Nè oggi le cose sembrano abbastanza assicurate da Porta S>. Maria alla Ripa de* Cieci, nella qual linea persistono i vestigli della catastrofe : nepp or nel mezzo possono reputarsi stabili ( pag. 338 ) ; fin lo stesso nuovo lido si va dal mare riconquistando a poco a poco.
Per la rombndtl figura del soqquadro e per la dire* zione de* rovistìi s'in ferie be da sud a nord est la motrice cagione scorse. Noi miseri se, abbandonati dall'Arcangelo, ella partita si fosse da sud-est per nord-est! Certamente avrebbe urtati e spinti i massi, che sorreggono gli urbani edifici! e lunga larga fila di questi in precipizio trascinata. Ma qual fu la ostU potenza, che ci danneggiò ? Cam-minato ella avendo assai profondamente, la sola conghiet-tura potè farsi adito nelle viscere della terra e scovrirvi un fiume generato dalle disperse acque della pubblica fontana (pag. siS), ingrossato dalle piogge straordinarie del preceduto inverno, e reso impetuoso dada rapida liquefa-zione delle molte nevi di Marzo (pagina 382). Fa desso ebe spezzando lo strato argilloso serpeggiante del territorio ( P*g< I&9 ) i e 90110 di questo scorrendo con moto simi« le al galoppo, lo sollevò, lo sconvolse, lo trascinò con quanto premeva il dossò dell'argilla. Io miro il pie dell Arcangelo protettore pontar sul confine marittimo delle campagne disastrate,affinchè il torrente non isbucasse da queste, ma dentro le latebre del golfo Si scaricasse; talmente che la resistenza del mare e la pesantezza di un letto arenoso pien di scogli da farsene lido, avessero tolta allo sconscendimen* to la rapidità per dare a' Coloni il teàipodi Salvarsi la vita ( 1113). Le [folle degli scombussolati fonti , seguendo il comune impulso , generarono e per qualche tempo Tarie di esse sostennero quegli stagni e que'laghetti, che un soia nell'aere diffondendo, concorsero alla moria del 1
Art. 3. Da Jlfaggio 1816 a tutto Febbrajo 1817, Carestia nelV inverno.
Ben raramente i generi di prima necessità pel popolo Vastese, quali sono appunto il pane, i legumi e 't vino y qui scarseggiarono ( pag. 100 , 162 ) a segno che di vera carestia il tormento si soffrisse. Strano non sembri ch'ioL
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