Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
mezzo dell* arterie»* sistema. In miserando stato di delirio, di tremer convulsivo, di febbre, di ardente sete , ecco che quest' uomo, fatti sanguigni gli occhi, pur ei di peYac* chiali macchiette si cobra: calmo si rende quando in fre-» sco bagno tuffasi, ma non si tosto n'emerge ebe le compresse molli si liberano * anzi vie più si tendono allo stimolo del penetrante Muschio, cui il turbamento nervoso sembrava richiedere. Eppure la medicatrice forza prevale, e già domo sembrava il male, quando le Parotidi in breve tempo inturgidite strangolane il misero nel giorno a3 del mese ( 606 )•
Il tristo avvenimento volò all'orecchio de9cittadini ; e •ebbene eoo poca commozione ciò si udisse dalla generalità , non mancavano menti savie* le quali antiveder sapeiv* do grandi disastri da lievi principi*!, ne concepirono giusto timore. Il contagio già penetrato in città 9 insolitamente » al finir del mese, estinti 79 ( 606 ) ; un nomo ignoto rinvenuto privo di vita e senza esterna violenza in contrada S. Leonardo nel giorno 10 (606); la primavera e lattate prossime ed a9 contagli propizi! ; queste ed altre riflessioni il saggio volgeva in mente, donde msceagli presentimento sinistro»
JpriU e Maggio 1817.
Fu di 86 la somma de'trapassati jn Aprile: ascese a 101 quella di Maggio 1 inclusi vi sono poehi cadaveri trovati in aperta campagna. Cresceva adunque la moria, e degna di considerazione fadeasi, poiché negli antecedenti anni l'A» prile e 'l Mapgk> non davano venti morti per ognuno; laonde ai ordinò e 60 dal dì a5 Aprile si effettuò lo infossamento de' cadaveri in 8. Francesco da Paola, salvo il di-ritto di seppellirsi in eittà chi gentilizio sepolcro possedea (1115). Donde l'incremento della mortalità? Forse il contagio ai dilatava f V è chi alla prima interrogazione rispondere non sa e frattanto assevera estinto eoi Nirioo il contagio* Altri noi ne accertano che varii abitatori della stessa strada Palaizino seguissero il Nirico nel sepolcro , troncata la vita a questi pur dal Petecchiale malore : ed in vero non dicesi guardate le case del d9 Altea e del Mitico tanto gelosamente ohe il contagio non ne uscisse e non serpeggiasse, sebben lentamente perchè represso dal fresco di Primavera.
Giugno 1817. ® uniscono le Febbri miasmatiche alla Petecchiale.
Ea grave miseria de'piecioli paesi traboccò in Chieti grosso numero di poreri : montatane a circa tremila gl' indi-
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