Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      Uno a 38 , quanto per le assistenze defpartieolari (n*3).
      Di ogni persona risplende la carità; ma fulgidamente si mostra ne' Sacerdoti,. che per ogni verso a'còmuni hi* sogni si prestano : gli uni corrono senta posa» senza riguardi a tempo, ad ore, a pericolo* da infermo ad infermo; gli altri mescolando le proprie lagrime a quelle del popolo, pregano a pie degli altari: con tridui, settenari'», novene, sì per disposizione della Città come per privati incarichi, s'implora che tanta calamità al fin cessasse: la miracolosa Spina e'1 santo Legno della Croce in precessione di penitenza sono por* tati e per entro e per fuqri le mura : si moltiplicano lampade innanzi alle sacre immagini, a' corpi beati , alle reli* quie: si porgono deprecazioni ad ogni Santo protettore ; ma. a quello , che salvar dovea la città dal feral morbo, il comune pensiero non anoora si rivolge.
      Crescendo tuttodì la mortalità in guisa che 3y8 cittadini, oltre agli estinti fton rivelati, perderonsi ne'trenta* no giorni di Agosto, mancava ormai luogo alla tumulazione, poiché empiute si erano le fosse di S. Francesce, dalla quale chieda un lezzo insoffribile > micidiale , a notabile lontananza si djffondea» Sorge perciò premente il bisogno di altro Cimitèro dalla città sufficientepiente discosto; al quale progetto la quasi general ripugnanza avrebbe fatto invincibile ostacolo, se la chiara voce della verità e del pericolo non si fosse ele^t? su le grida del radicato pregiudizio. Dal Decurionato adunque si propone nel dì 3 ( 18 ) e dal Sottintendente nel dì 6 ( iii5 ) si ordina murarsi le (ìne&tre rivolte all'abitato e le porte sì della Chiesa di S« Domenico , ove per lo addietro altri cadaveri erano stati sepolti « che della Chiesa di S. Francesoo da Paola; a niuno, nobile o plebeo, ancorché possessore di gentilizia fossa, darsi sepoltura in città ; i cadaveri depositarsi n^lla Cappella di S* Sebastiano (pag. 2fi)t donde nelle ore della notte trasportarsi a Collemartino. Per lo che tosto dopo il giorno sei s'incoi mìnciò idq uel Colle il sotterramento in solchi, a cielo aperto,, senza riparo di mura, senza Chiesolina * e sol piantatavi una Croce ( pag. e 276 ).-Lento il rustiqp carro tirato da bovi le grave di cadaveri, cigolando percorreva il campestre sentiero nelle silenziose ore della notte : due fanali inchiodati nella parte anteriore del carro risebiaravanò il mesto viaggio, il qual ne'tempi di maggiore-eccidio do-\easi ripetere , ma sempre a notte.
      La morte di non pochi rimase ignota, al Censimento sino a Che la pubblica sciagura non cessò* Or di questi cadaveri il destino qual fu ? Forse il contadino 1 che lungi


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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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