Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      dalla città abitava, e tempo ed agio non area per denunciar la estinta vita del congiunto o dell'amico, andava a de-porne la fredda spoglia nel campestre comun Cimiterio o sul funereo carro? Fors'ei tumula vaio in recondito uggioso angolo del suo podere o sotto le mura di rustica Cappella, sperando dargli urbana sepoltura in altro tempo? , Certo cbe in città qualche intrigo si pratica : v' è chi favorito dall' amicizia , invola il cadavere inCbiesa e per oblique aperture in sepoltura lo asconde , lasciando andar» ne carica di altri corpi a Collemartino la inchiodata cassa : v' è chi possedendo le chiavi di una Chiesa, in essa occultamente introduce i cadaveri de' tigliuolini, dopo che nelle più interne stante di sua casa, divietando con fiero cenno il pianto , n' ebbe di sua mano congegnate e con sommessi colpi di martello inchiodate le piccole casse. Quantunque siffatte frodi a pochissimi riuscissero, pur la plebe n entri in sospetto e gelosia : forse un tumulto- ne sarebbe nato per cumulo di sventure, se sorpreso da ardita gente il carro in viaggio, ed a rassegna passati i cadaveri * il noto estinto di signoril famiglia non vi si fosse rinvenuto.
      Perchè mai ad ultima stanza degl* infelici la lontana terra di Collemartino si scelse, e non altra più vicina o di accesso sempre facile ? Cadute essendo alcune piogge sul finire di Agosto, il paludoso letto della Lebba si mollificò tanto, che le grosse ruote del pesante carro profondamente vi si cacciavano ed avanzar non potevano . Fu mestieri perciò tornare i cadaveri alla Cbiesolina di S. Sebastiano * donde levati si erano da poche ore : quivi di essi e degli altri, che la città quotidianamente vomitava* fecesi orroroso ammucchiamento, nel quale la estinta figlia io vidi ragsiun* gere il defunto genitore. Scorsi erano tre giorni e già gl insepolti corpi dalla putrefazione invasi ammorbavano que'dintor-niv grave pericolo minacciando alla vicina città. Il Sottintendente Durini coraggiosamente si appressa alle fetide soglie della Cbiesolina; e calcolato lo spazio, che abbisognava non solo a que*defunti, ma ad altri ancora sino al consolidamento del passo alla Lebba, va alla ventura in sul cavallo l'adatto luogo ricercando. Imbattesi nella derelitta Cappella di Madonna del Soccorso ( pag. 281 ) e questa principalmente al rilevante oggetto assegna. Di là conducesi alla Chiesetta di S. Nicola della Meta, e lo spianatovche all'oriente di essa giace , offregli sufficiente spazio per solcarvisi sepolture ; qui adunque a seppellire si proseguì per pochi giorni.
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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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