Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
3ojcrocio* Quel Supremo Magistrato di salute temendo potersi da noi i vicini ed i lontani paesi contaminare, rivolge in n^ent** il cordone alla infelice nostra città. L'illustre Marchese di S.,Agapito Intendente, cui si commette riferir qual sia il reale stato di Vasto, fra noi-coraggiosamente viene , per due giorni s' intrattiene , ed in tal modo 1' animo di quel Magistrato dal proponimento distoglie. Per verità qual bisogno di siffatta, precauzione quando V infermiccio cittadino non esce dal paese , e gli stranieri ben si guardano dal porre il piede in un teatro d'infermità e di morte ?
Come fresca auretta al tramonto di ardente giorno Va le appassite piante ristorando, oosi divina inspirazione scende a ravvivare gli abbattuti spiriti de' Vastesi. Accostavasi il giorno sacro alla dedicazione dell'augusta Basilica in monte Gargano ; giorno, che pur Vasto coltivava 1n memoria della dedicazione della nostra Chiesa a S. Michele e de'favori dispensati a noi dall'Arcangelo: mediocre era la nostra festa, e dentro quella Chiesa si celebrava. Sinora la crudele epidemia imperversava ; nè le implorate intercessioni de* Santi, nè le fervorose umili preghiere pronunziate innanzi le reliquie preziosissime del Salvator nostro , ànno mitigata la tremenda ira celeste/ Forse vorrà Dio farne grazia per mei» zo del Principe degli Arcangeli Oh divino pensiero, e perchè ti tardi nella nostra mente ti affacciì Certo che questi giorni^ non avremmo, atteso per secondarti ! Si va adunque divisando che la prossima solennità un terzo òbbietto avesse , il liberarci da ulteriore eccidio : e che nuovi ed eclatanti modi di solennità s'introducessero, acciò daIfóste-rior culto ravvivate la fede, la speranza e la contrizione, più fervorose preghiere il cuor profferisse. Laonde nella mattina del dì 20 Settembre il Clero, i Magistrati, il Corpo della Città, e circa quattrocento cittadini (i soli al certo , che in quel dì non erano infermi, ma ben ottanta di essi, sembravano ombre squallide) in processione di penitenza si recano alla Chiesolina dell' Arcangelo , vi prendono la statua , che in verun tempo erasi di là levata, e dentro le nostre afliitte mura, nella Chièsa di S. Giuseppe , la trasportano. Quivi un devotissimo sacro Novenario nel la sera dello stesso giorno s'incomincia.
Montato era a ag il numero de' morti , onde aveasi notizia dallo Stato civile, nella ultima ora del giorno 16: fu questa la maggior quantità de' trapassati fra le ore dal principio al termine della epidemia : gli estinti de'pv steriori giorni furono io, 28, 22, 21, 26 ; e ricfr giorno 22 a-scesero a poi dal dì 23 iti 3o se ne contarono 12, 20,
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