Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
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18, iS, 16, i4, 16. Benché pur esse queste cifre ve* n'ivano vergate dalla epidemia, tramandavano un raggio di speranza pel decremento se non rapido, almeno sicuro della strage. Imperiamo era spaventevole la quantità degl' infermi ; per lo che dall' Intendente qua s'inaia il Dottor di' Medicina Sideri, onde maggiore assistenza i poveri avesse-* ro trovata (ni5). In questi dì del Novenario, precisamente nel a4 del Mese, lo Spedai di S. Antonio, perduto a-vendo ogni infermo , si chiuse ( ii23) : e nel dì medesimo Raffaele Bottari Canonico Economo Curato di S. Giù* seppe , che indefessamente al pari di ogni altro Ministro del Santuario erasi prestato agli spirituali bisogni della inferma popolazione, andò a raccogliere in cielo il frutto de9 suoi sudori , ove il suo antecessore Canonico Nicola del Moro lo a vea preceduto fin dal dì 3 Maggio di questo anno ( 606 ). Ei giova qui dire, che la divina misericordia nel folto della epidemia serbò la vita de' suoi Sacerdoti , onde nel pietoso uffizio coraggiosamente si fosse perseverato. •
Con molta e divota pompa la festa del dì 29 si celebra. Nella mattina del seguente giorno, che fu l'ultimo di Settembre, la statua dell'adorato Arcangelo va prò-cessionalmente per le strade della città, e poi alla nicchia dell' antica sua Chiesa si restituisce.
Ottobre 1817.
Ferma è la comune speranza nell'Arcangelo S>. Michele .* di sua efficace mediazione più non si dubita or che le quotidiane morti non solo non eccedono quelle del finir di Settembre , ma in qualche giornata fino ad otto discendono. E mentre il pensier nostro e tutto intento ad indagare le vie, per le quali l'aka misericordia di Dio scaccerà da questa desolata terra la cagione di amaro pianto, ecco che sull' infocato orizzonte folte nubi si vanno elevando foriere di sospirata pioggia : ecco che nel dì 5 elle scendono, come la manna nel deserto, placide abbondanti sopra le arse nostre contrade, e sino al dì 16 quasi senza posa leinaf-fiano : per esse l'atmosfèra notabilmente si raffredda (1126). 11 contagio, che nell'ultima giornata delle salutifere acque mira ri purgarsi l'atmosfera e la terra dalle lordure, onde si alimentava, che sente il freddo, il qual le ali gli tarpa e lo precipita, e che la sua vicioa distruzione prevede, inatteso estremo sforzo di moribondo furore fa, troncando a 22 cittadini la vita. Domato, raramente dopo le piogge apparendo, sul finir del mese ei si parte accompagnato dalla ma-ladizione delle vedovate tiranneggiate famiglie.
Or che al Principe delle celesti schiere , già da atini
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