Sulla storia del Pontificato di di Agostino Theiner
ItiDiente XiV ? il nostro autore non parla che con somma ammirazione delia società di Gesù de'giorni nostri, non altrimenti che tìi quella del tempo di Clemente XIV, sebbene sveli qualche fallo di pochi mernbr li essa. Ma appunto questo, soggiungono, può recar danno alla compagnia recente, perchè essa ha tanti inimici, : qua!', sono pronti a prevalersi di ogni menoma taccia che gli s'imputi per farne delitto e perseguitarla quindi in generale: sono queste ragioni valide per tacere la verità, massime quand'essa viene manifestata con tanta moderazione e carità come fa li nostro autore? Poveri evangelisti, se essi si fossero lasciati governare da cosiffatte considerazioni scrivendo il divino codice dell'Evangelio ! Che sapremmo d Gesù Cristo? che degl''nsegnamenti, talvolta duri, ch'egli diede agli apostoli ed ai suoi discepoli ? che finalmente delia poca edificante maniera con cui, prima della discesa dello Spirilo Santo sopra di essi, condiscesero non di rado li divini ammaestramenti? Eppure gli evangelisti e gli apostoli, tramandando i loro evangelii e le lettere apostoliche alla posterità, trovaronsi al cospetto ed m lotta con ben altri nemici che non ha la compagnia di Gesù, come lo erano gli Ebrei ed i Gentili, i quali davano chiaramente a vedere come avrebbero abusalo dei loro racconti a danno dei medesimi apostoli non meno che della nuova legge evangelica.
Ubi speriamo che la compagnia di Gesù non vorrà per sè domandare riguardi maggiori, in quanto
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