Sulla storia del Pontificato di di Agostino Theiner
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lessato il più vero e granilo elogio dell'autore; ed ò inutile di indicare i molli altri fogli pubblici die seguirono questa onorevole via. Quegli tra essi che r:0n tollero manifestare il loro giudizio, conservarono un prudente silenzio, mostrando d'avere almeno tanta coscienza che basta a non renderli colpevoli di tali ingiustizie.
(Sfì Yeggasi come a questo rispetto si esprime la Stampa religiosa nel num. 24 del 17 febbraio 4053:
« In mancanza di notizie politiche, la grande notizia del giorno è la pubblicazione d'un'opcra del P. Thciner, religioso e prete dell'Oratorio, intitolata : Storia di Clementi! XIV ».
« Quest'opera, frutto di studii seri, d'un lungo ed ostinato lavoro , che d'altronde ei raccomanda per la purezza e pel vigore medesimo dello stile ; quest'opera, dieo, che ei apre la porta del conclave nel quale fu eletto Ganganelli, tanto conosciuto più tarili sotto il nome di Clemente XiV, a dispetto degli intrighi ile'cardinali, i quali pressoché tulli erangii contrarii al momento in cui nessuno se lo aspettava, ini cu era egli stesso sì lontano dal sospettarlo neppure, doveva certo muovere vivamente la pubblica cur osila ».
« Ma quello che soprattutto dà maggior peso a quest'opera è la professione, è la rara pietà ilcila persona che l'ha scritta, è l luogo nel quale l'ha dettata, vo'dire gli alti personaggi sotto gli occhi de'quali l'ha scritta, e la cui presenza gli valse sì nolrii c sì felici inspirazioni >¦.
« Che un dotto, che uno scrittore mondano, di qualunque merito ei fosse d'altronde, volesse attualmente intraprendere di rivendicare la memoria del papa prosc.rittore dei gesuiti, sarebbe molto se la sua voce cccbcggiasse in modo da giugnere sino a noi; ma che un 'religioso, che un prete vivente la sua vita all'ombra del Vaticano osi intraprendere di provare al mondo cattolico, all'immenso gregge de'fedeli, che sono stali vittime della loro buona fede; che lungi dall'essere un intrigante, un ambizioso, un simoniaco, un pontefice d'una pietà dubbiosa, divorato dai vimorbi per essersi fatto l'inimico, il proscritture dei gesuiti,
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