Sulla storia del Pontificato di di Agostino Theiner
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siccome semplici sacerdoti nella educazione della gioventù, secondo il tenore del Breve di soppressione, se per altro a questi padri fosse andato a sangue.
Ma pure doveva così accadere. Essi che empirono delle loro grida il mondo, essi che proclamarono estorto, ingiusto, crudele, nullo, e via via cose peggiori, il Breve della soppressione, furono in ciò conseguenti e ne vollero dare una comprova con i fatti stessi mantenendosi nella abolita Società, come non fosse stata mai soppressa, per dare a vedere e ad intendere altrui, se fosse stalo possibile, che la soppressione decretata da Clemente XIV con tanla maturità, con tanta carità, e dopo avere invocato per più mesi con calde lacrime e con fervorose preghiere pubbliche e private l'Autore dei lumi superiori, fosse stata nulla ed invalida. Il nuovo Vescovo di Mohilovia, o sia della Russia Bianca, confessò ingenuamente a monsignor Garampi, che se non si poteva ubbidire al Capo della Chiesa, e mandare ad effetto il Breve di abolizione, se si era colà costretto di non poter seguitare l'esempio dei Vescovi di Polonia n'erano il principio e la cagione unica i sedicenti Gesuiti, i quali ne mettevano il coltello alla gola ('). Molto acconciamente aveva già fatto osservare il Santo Pontefice al suddetto Nunzio li 46 marzo 1774 mediante un rescritto del Cardinal Corsini, Prefetto della Santa Congregazione degli affari della estinta Compagnia:
(i) Vedi Theiner, anno i77i, § XLV, Tomo lì, pag, 502, edizione franeese, Parigi, 1852.
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