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I.
Perchè?
Nel compilare questo volume io non ho inteso di comporre un libro intorno alla difficile arte del parlare in pubblico. Il mio concetto è stato più modesto. Ho voluto offrire a chi manca di tempo o di mezzi per studiare le teorie incerte della eloquenza, esempi sicuri e pratici per dire quattro parole di occasione, come si suol dire, con forma onesta e corretta tanto, quanto ne esige la bella vergine (così addimandò V. Monti la nostra lingua, fonte inesauribile di armonie soavi) per tacere e non protestare contro i « suoi detrattori ».
Avevo di già composto il volume con una serie cospicua di discorsi immaginati per le occorrenze più disparate della vita pubblica e privata, quando, al momento di licenziarre alle stampe la prima edizione di questo libro, fui costretto a convenire meco stesso, che il volume abbondava di immaginazione e difettava di realtà. La fantasia, non costretta nelle morse delle vicissitudini della vita, aveva privato codesti esempi di discorsi del sapore efficace, che solo la veridicità dei fatti poteva dare loro.
Ed allora pensai di sostituire molti di tali « armoniosi suoni vani di parole » e ricchi d'immagini peregrine, rintracciate col lumicino del ricordo nel mare
J. Gelli. i