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Come devo parlare in pubblico?
Esempi di discorsi per le varie occasioni della vita
Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1912, pagine 464

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Come si parla e. come si dovrebbe parlare 37
   Ancor oggi non è difficile imbattersi in oratori all'antica, i quali per vezzo o di proposito nel dire invertono l'ordine logico delle parole.
   Agli oratori afflitti da codesta tabe, l'abitudine giuoca spesso tiri birboni.
   Ad un dotto professore lombardo, il quale era appunto roso dal vermecane di trasporre l'ordine naturale delle parole, toccò questa.
   Chiamato ad illustrare un celebre convento, lustro dell'arte italiana del Rinascimento, ad un dato punto prese a magnificare le bellezze del parco, in antico annesso al convento. E volendo dare un'idea della estensione di codesto parco, continuò :
   — In codesto meraviglioso recinto, in parte coltivato a giardino, e in parte ad orto, i religiosi conservato avevano un estesissimo bosco, nel quale centinaia, o Signori, porci si nutrivano; e vaste praterie nelle quali più di cento, o Signore, vacche pascolavano comodamente.
   Un altro vezzo deplorevole in taluni oratori è quello di infarcire il discorso di sentenze latine, o di frasi, o di parole straniere.
   Ammettiamo pure che le sentenze latine calzino a meraviglia nel discorso; ma quanti tra gli ascoltatori ne avranno afferrato l'alto significato. E quanti semplicemente il senso italiano di codeste sentenze?
   Ben pochi, invero, in questi tempi di fame dell'oro, ne' quali gli studi classici, se non sono per anco disprezzati, sono per lo meno in forte ribasso.
   Ma, se è difetto l'intercalare nel discorso sentenze