54 Capitolo terzo
ziose parole che V. M. ci ha or ora rivolte e per l'accoglienza così cordiale ed onorifica che qui ci è stata fatta. Dopo l'incontro di Milano nell'anno 1875, il mio bisavolo, l'Imperatore Guglielmo I, spediva al compianto Re Vittorio Emanuele II questo telegramma: « Il nostro incontro è stato un evento di importanza storica, poiché noi due fummo posti da Dio a capo di due nazioni che, dopo lunghe lotte, hanno acquistata la loro unità. Noi ed i nostri figli dobbiamo rimanere sempre amici ». Il profetico augurio dell'Imperatore si è avverato. L'amicizia fra le dinastie ed i popoli si è mantenuta attraverso le generazioni, e in unione con l'Austria-Ungheria ha preso la forma di un'alleanza, la quale, durante più di trent'anni, ha contribuito a conservare la pace al mondo. Ed è a novella prova di questa amicizia che la mia consorte ed io siamo oggi qui e possiamo presentare alle Vostre Maestà i saluti ed i voti di S. M. l'Imperatore e di S. M. l'Imperatrice per il cinquantesimo giubileo del Regno d'Italia. Questi voti dei nostri augusti genitori sono pure l'espressione dei cordiali sentimenti di tutto il popolo tedesco. Unite da dieci secoli di civiltà e di storia, Germania e Italia hanno potuto quasi contemporaneamente raggiungere l'unità politica e nazionale sì a lungo sospirata. Il popolo tedesco, insieme col suo Imperatore, prende la parte più sincera ai destini dell'Italia alleata, e le augura anche in avvenire lunga prosperità e forturfa sotto il glorioso scettro della Casa di Savoia. Bevo alla salute di S. M. il Re, di S. M. la Regina e di tutta la Real Famiglia, bevo alla prosperità del bel Paese d'Italia.