Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani
dk'conviti pubblici de'bomànr, £ della loro magnifiqgtiza.
Bene e saggiamente i nostri maggiori, di questa indita accademia fondatori, ordinarono che il nuovo arciconsolo, prese V orrevoli insegne del sommo magi* strato T con lieto e splendido convito gli animi vostri confortasse, e le aofferte virtuose fatiche con dilettevoli imbandigioni ristorasse. Perocché la mensa è un nodo di famigliarità e confidenza, cbe strettamente conpunge e fortemente strigne gli animi degli amici ; e, come altri disse, lo convito è un pregarne di amistade intra li buoni, è un giocondo alleviamento delle noiose fatiche, un dolce conforto degli anifhi in gravi pensieri ed in faccende di grande importanza involti; cacciando e disgombrando ogni tristezza ed angoscia,
Che come nebbia ol vento ri dilegua.
Zenone, siccome fondatore dell' austera e rigida diaci» plina stoica, uostoo per professione aspro e zotico • AvtranL i
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